Della serie “Meglio tardi che mai”: una breve cronaca di Bologna Nerd Show 2023!

Come si deduce dal titolo, il nostro obiettivo per questo blog non è tanto di pubblicare contenuti di attualità, piuttosto di fare memoria dei bei momenti trascorsi tra di noi, nei nostri laboratori e specialmente degli eventi ai quali decidiamo di partecipare.

Questo post può servire anche da trait d’union tra la nostra ultima presenza a Brusaporto Retrocomputing 2023 e il prossimo Bologna Nerd Show 2024 che si terrà il 17 e 18 Febbraio 2024.

In questo modo rivivremo e condivideremo l’aria, anzi l’humus primordiale, che si respira a questo tipo di eventi “mainstream”, senza per forza dover dare a questo aggettivo inglese una connotazione negativa. Mainstream significa “di massa”, e l’universo Nerd è rappresentato in tutte le sue sfaccettature dagli eventi “Nerd Show”, “…Con” eccetera, diffusi in tutta Italia. D’altro canto servono strutture e organizzazioni che necessariamente devono oltrepassare l’organizzazione amatoriale di appassionati, come possono essere eventi più di nicchia, per poter accogliere appassionati di ogni genere “Nerdoso”, dai comics, al cosplay, ai lego, al modellismo e ai gadget, ai giochi da tavolo/GdR, fino ad arrivare al gaming ed infine al retro computing.

Non erano forse gli home computer e le console da TV pensati “for the masses, not for the classes”? Non c’è nulla di più “mainstream” di un Commodore 64, o non è così?!

Come gruppo ci piace pensare ad un tema diverso da portare ad ogni esposizione, una sorta di filo rosso che collega tra di loro i calcolatori esposti.

Allo scorso Nerd Show portammo una serie di pezzi, tutti monomarca Commodore, per ogni computer avevamo deciso di mostrare in parallelo l’evoluzione dello stesso gioco, che ora passiamo a mostrare tramite gallery fotografica.

Noterete un notevole passaggio dagli 8 bit ai 16. Il passaggio da C64 ad Amiga non fu solo legato ai bit indirizzabili, ma piuttosto ad un salto avanti epocale, un quantum leap 😉 dell’intero chipset. La famiglia 264 invece rispetto al C64 ha i colori superiori grazie al TED ed un audio scarsino a causa… del TED!

Ed ora passiamo ai giochi, giudicate voi!

ARKANOID

TETRIS

CHOPLIFTER

IMPOSSIBLE MISSION

BARBARIAN

BOMB JACK

COMMANDO

ED INFINE…

Le due giornate di esposizione sono trascorse rapide, in due giornate mi sono permesso mezzo giro per andare a pranzare e nient’altro! Peccato! Perché passando tra i padiglioni mi sono reso conto di quanto ci sia da vedere, e capisco perché sia un evento così frequentato! Vi salutiamo con un po’ di foto assortite dei nostri computer, dei visitatori che ci sono venuti a trovare.

Ringraziamo RetroCampus per averci accolti nel loro stand, a Carlo Santagostino per aver pensato a noi, ci siamo divertiti a scambiarci storie e aneddoti sui nostri beneamati computer marci, anche con Claudio (burlone), Antonio, Fabrizio, Davide e Roberto (e sicuramente dimentico qualcuno).

Ad ogni bambino che ha dedicato un po’ di tempo a giocare con una vecchia cariatide informatica, ad ogni papà che ha versato una lacrimuccia nostalgica spiegando al proprio pargolo che ai sui tempi…, ad ogni appassionato al quale abbiamo riacceso la fiamma del retrocomputing, a questi lasciamo un messaggio: arrivederci a Bologna Nerd Show 2024, quale sarà il tema quest’anno?

Brusaporto Retrocomputing 2023, Just a Perfect Day: intervista a Enrico Sartori

Vogliamo pubblicare una intervista al nostro amico Enrico Sartori, anche lui appassionato di retrogaming e retrocomputing, che quest’anno ha partecipato ed esposto al suo primo Brusaporto Retrocomputing in qualità di “Nerdone per un giorno”.

Matteo (nerdone.it): Un saluto e grazie di essere qui a rispondere alle nostre domande, siamo curiosi di sentire la tua “prima volta” a BrusaRetro.

Enrico: grazie a voi per la disponibilità, essere “Nerdone per un giorno” per me è un onore, vista la mia ignoranza in materia elettronica ed informatica. La passione per queste fantastiche macchine però è la stessa.

Matteo: Volendo descrivere questa giornata con uno slogan come la intitoleresti?

Enrico: Brusaporto 2023 – Just a perfect day

Matteo: ah ok, tradisci la tua altra grande passione, ovvero la musica rock che diffondi con progetti molto interessanti nelle scuole con la tua band Flexus!

Enrico: in realtà il mio primo approccio alla musica è stato con il Soundtracker su Amiga, quindi il computer è stata per me la chiave d’accesso per quella che poi è diventata la mia professione.

Matteo: Ma torniamo a noi, fammi un po’ di cronaca…

Enrico: Sveglia alle 5:00, ritrovo alle 5:40 al casello di Carpi, il primo insospettabile si dimentica a letto (nota di Matteo: avevo messo la sveglia ma non l’avevo attivata) ma partiamo ed arriviamo puntuali alle 8:00.

Lo staff è già operativo e ci accoglie da grandi amici, sorprendendoci con l’assegnazione di ben 6 tavoli (!!!) per le nostre esposizioni.

La passione degli standisti è palpabile: riproduzioni fedelissime, rarità, hackings estremi e progetti vecchi e nuovi per mantenere in vita le nostre amate retromacchine…

Matteo: Ok, per essere la prima volta stai andando molto bene…

Enrico: Poter parlare “face to face” con i massimi esperti a livello nazionale per me è stato impagabile, così come raccogliere  testimonianze delle “vecchie guardie” che hanno visto nascere l’era dei computers ed hanno vissuto a pieno la golden age anni ’80 e ’90.
Lo è stato altrettanto vedere gente emozionarsi davanti ad un Vectrex e sorprendersi perché ci puoi giocare anche col guitar hero … ed i più piccoli divertirsi come matti tra console e computer con quel brillo negli occhi per quei giochi che ci avevano fatto battere il cuore alla stessa età.
Certo, ogni tanto passa anche qualche logorroico che ti racconta tutta la sua vita informatica … ma lo perdoniamo perchè mosso dalla stessa passione … e perchè probabilmente finalmente si trova in mezzo a tanti amici che sanno condividerla.

Matteo: cosa ti ha impressionato maggiormente delle cose esposte?

Enrico: La macchina che personalmente mi ha emozionato di più è stata lo Sharp X68000, sogno di tutti noi teenagers anni ’90 in cerca dell’arcade perfect ma irrealizzabile perchè mai commercializzato in Europa. Anche l’Amiga più performante restava comunque un passo indietro e poterci mettere mano nella configurazione più completa (monitor, impianto audio ed adattatori joy 6 pulsanti) è stato un sogno. Se vinco 2.000 euro al gratta e vinci ci faccio un pensiero … 😀
Anche connettersi in BBS da terminale ADM-3A del ‘79 e giocare a Pong con una riproduzione fedele della brown box del 1968 è stato notevole.

Matteo: Concordo! L’X68000 era un pezzo di spicco tra quelli esposti, tu invece che feedback hai avuto dei pezzi che esponevi?

Enrico: Delle mie due macchine esposte, ovvero Macintosh SE/30 ed MB Vectrex, quella più gettonata è stata quest’ultima, soprattutto nella configurazione con Asteroids ed il joy imitazione arcade originale.
Il fascino primordiale del vettoriale puro è ancora magnetico a 40 anni di distanza.

Matteo: Hai aneddoti divertenti della giornata, da raccontarci?

Enrico: Ne avrei tanti, ad esempio un tizio sui cinquanta è letteralmente impazzito di fronte al Vectrex con Asteroids: “quante 100 lire ci ho messo al bar da monello … adesso non te lo mollo più ! “.
Ed in effetti ha monopolizzato la postazione per almeno mezz’ora con gli occhi spiritati!!!
Simpatici anche i diversi episodi in cui il babbo fa sedere il figlio e poi con la scusa di insegnargli i comandi si fa prendere dalla scimmia e continua a giocare in piedi col pargolo fra le braccia che lo guarda stupito in attesa che gli smolli il joystick … da sit com americana!
Ho sudato freddo quando l’ SE/30 ha ridotto la schermata ad una striscia verticale… ma fortunatamente lasciato qualche minuto spento si è ripreso. Era solo un acciacco … erano decenni che non restava acceso tante ore consecutive.

Matteo: Che ricordi ti ha lasciato Brusaporto Retrocomputing 2023?

Enrico: é stata una giornata tutta d’un fiato che vorresti non finisse mai, soprattutto per i tanti amici che abitano lontano e che per una volta riesci ad abbracciare di persona. Ma giunge al termine e tu peschi dal banco dei regali (tutte donazioni spontanee dei partecipanti) un souvenir per chi non é potuto esserci.
Come prima volta è stata una bellissima esperienza, spero di riuscire a partecipare anche alle prossime edizioni.

Matteo: Grazie Enrico per la tua testimonianza e grazie per la tua presenza a BrusaRetro!

Enrico: Grazie di cuore ai Nerdoni che mi hanno accettato come aggregato nella loro prestigiosa confraternita … spero di poter essere “Nerdone per un giorno” anche a Brusa 2024 😀

Le macchine esposte da Enrico:

Macintosh SE/30 con Bluescsi

MB Vectrex con controllers originali, controller custom e controller Asteroids Arcade Replica.

Vecmulti multicart, Vecvox sintetizzatore vocale audio, tutti i 23 overlays originali e Debris Revisited boxato, rarissimo gioco con grafica raster su questa macchina vettoriale.

Brusaporto Retrocomputing 2023, l’invasione dei Nerdoni

Anche quest’anno il collettivo nerdone era presente a Brusaporto Retrocomputing 2023 come espositore con addirittura sei tavoli e 20 macchine!
Essendo l’espositore con più tavoli della manifestazione, abbiamo esagerato? Forse si, ma anche no… quando Daniele mi ha comunicato che poteva soddisfare tutte le nostre richieste di spazio mi sono domandato se saremmo riusciti ad essere all’altezza di così tanta fiducia.
Arrivati al momento della disposizione, abbiamo capito che lo spazio era appena sufficiente, e che tutte quelle macchine accese, reggevano la scena più che dignitosamente!
Mettetevi comodi, ecco cosa abbiamo mostrato agli appassionati giunti da ogni dove a BrusaRetro 2023!

AMIGA 2000 con BlueSCSI V2

Ormai l’Amiga 2000 di Luca è una superstar: seppur già esposta in più occasioni, suscita sempre molto interesse.
Stavolta è stata apprezzata da Luigi “The Lost C” su youtube (https://youtu.be/bupGWqg-KYY) ed è presente in diverse gallery di chi ha partecipato.
Quest’anno era equipaggiata con una BlueSCSI V2 appena sfornata dal nostro Alessandro. La novità del progetto BlueSCSI in questa seconda incarnazione, oltre alla sorprendente velocità, sta nella sua ottima compatibilità con architetture AMIGA e non solo: basti pensare alle SUN, alle SGI e a tutti i computer di fascia alta che usavano dischi meccanici SCSI 50 pin che oggi, più che mai, tendono a “morire” come mosche.
Questa interessante scheda era in bella mostra sotto ad un guscio in plexiglass che permetteva ai curiosi di vedere al suo interno l’A2000 pompata e di ammirare il transfer rate a quota 3.6 MB al secondo… mica bruscolini.
Nel frattempo, scorrevano vecchie pubblicità della Commodore anni 80, foto delle locandine di Brusaporto Retrocomputing, divertenti video di MVVblog / Luk74 Channel ed altri video musicali e non, alcuni dei quali addirittura a 30 fps in HAM, della serie: facciamo vedere di che pasta è fatta questa macchina!
Come già scritto, l’Amiga 2000 trova la sua massima bellezza nella scheda madre farcita di schede d’espansione che, ahinoi, sono normalmente imprigionate in un anonimo “cassone” metallico. Il lucente plexiglass ha finalmente dato la possibilità di svelare l’interno ai visitatori, che hanno apprezzato e fotografato: ad esempio, Davide Gatti “Survival Hacking” si è soffermato con Luca e, come ben sappiamo dai suoi video, adora sempre indagare com’è fatto e funziona tutto ciò che fa rima con elettronica.

Amiga 500 PiStorm con digitalizzatore Videon III

Per il nostro Andrea, poter utilizzare Lightwave, Sculpt Animate 4D, Imagine 2.0 con tempi di rendering decenti, giustifica il “compromesso” d’installare sulla propria A500 un PiStorm.
L’adottare il PiStorm su Amiga raccoglie pareri discordanti: infatti, c’è chi ama espandere le proprie macchine solo con schede dell’epoca ritenendo PiStorm un “barare”, c’è chi invece apprezza le novità e ama testarle.
Grazie a BrusaRetro abbiamo conosciuto appassionati che hanno fatto della grafica su Amiga una professione, sfociata poi su altre piattaforme.
Ed infine, quest’anno completava la postazione anche un digitalizzatore Videon III dell’epoca che acquisiva e digitalizzava su Amiga (riga per riga) l’immagine acquisita da una macchina fotografica reflex con uscita analogica.

AMIGA 1200 black edition & pimped

Sobrietà e stile per questa A1200 con case nero custom, keycaps di un CDTV e tanta potenza sotto al cofano: OS 3.9, 2Mb chip RAM, 128 Mb fast RAM, ROM Kickstart 3.1.4, Disco Compact flash da 32Gb, FlickerFixer Indivision MK3 + uscita VGA, Blizzard Phase 5 modello 1230 MK IV @50MHz + FPU.
E’ stato un piacere prestarci come beta tester per le demo dei videogame che sta sviluppando Fabrizio Radica!

Quadra 700 con Roland SC-50

Al giorno d’oggi la multimedialità è data per scontata, ma nel 1991 non era così, con le VGA, i floppy e gli hard disk da 40Mb. Sentire suonare un midi con un sequencer midi Roland SC-50 “come fossero strumenti veri”, è davvero stupefacente. Un esempio? Avete ascoltato il midi di DOOM con una Roland?
Il Quadra in esposizione era aggiornato con BlueSCSI v2 che conteneva un volume per il boot ed uno per i dati e le immagini dei programmi e giochi. La dimostrazione principale riguardava le avventure grafiche della Sierra che sfruttavano il general midi ed in particolare gli strumenti dì Roland SC-50 e SC-55.
Era collegata anche una Roland sc-88st pro con 16 tracce che erano utilizzate per ascoltare le musiche di Final Fantasy VII.

Macintosh SE/30 con BlueSCSI

La BlueSCSI ha la praticità di avere una schedina SD sulla quale c’è l’immagine del disco. Cambiare interi dischi diventa semplice come swappare una schedina di memoria o come copiarci sopra dei file. L’SE/30 era il più veloce ed espandibile della serie senza perdere la caratteristica di portabilità, grazie al monitor compatto a 9″. dotato di coprocessore matematico, poteva essere dotato di HDD, floppy superdrive da 3.5, porte ADB, seriale, SCSI esterno. Supportava la grafica a colori con monitor esterno.

I portatili degli anni 80

L’obiettivo era quello di mostrare in ordine cronologico l’evoluzione dei computer progettati per lavorare in mobilità. Si parla di mobilità perché negli 80 la corsa all’evoluzione ha visto nascere i trasportabili (detti luggable), i portatili (laptop), i palmari (handheld). Insomma, negli 80, come cantava Baglioni, “tra la California e il Giappone c’è chi inventerà il futuro” ed i computer esposti volevano mostrare proprio questo.
Partendo dall’Osborne, il primo trasportabile, fino ad arrivare al primo palmare IBM compatibile, l’Atari Portolio (PC Folio), abbiamo voluto mostrare le diverse filosofie di lavoro in mobilità.
Segue una carrellata degli esemplari che abbiamo esposto, quattordici in tutto.

Vectrex

Il Vectrex, grazie alla sua originalità, vanta un’elevata schiera di ammiratori, e così è stato anche a Brusaporto. Se ci aggiungiamo anche che continuano ad uscire giochi sviluppati dalla stessa comunità di appassionati, e che questi sono visibili su hardware originale solo in occasioni limitate come BrusaRetro, allora capiamo perché alla postazione c’era sempre qualcuno alle prese con questa splendida console.
Essendo un sistema compatto all-in-one, col suo display 9×11″, ha il primato di console “portabile”. Aveva degli “overlay” trasparenti decorati a tema per ogni gioco che fanno tutt’ora sbavare i collezionisti. Fu il primo sistema ad offrire una periferica 3D.

Ed ora un po’ di Brusaporto Retrocomputing 2023

Come sempre, saluti e ringraziamenti

Un grazie ed un saluto ad Enrico Sartori, “nerdone per un giorno”, per aver partecipato all’esposizione con le sue macchine. Un saluto a Camillo, a Carlo Piacentini che ci hanno omaggiati della loro presenza al ristorante dove, per la precisione, dopo accurato interrogatorio alla malcapitata cameriera da parte di Nevio, non fanno la pizza a pranzo, nemmeno una di straforo per lui, proprio no, anche se Nevio l’anno scorso sostiene che gliela fecero, e comunque, anche la pinsa romana è molto buona.
All’organizzazione di Brusasporto Retrocomputing, il comune, Daniele Lena, Manuel Manenti, Beppe Frigerio e tutta la banda che li ha aiutati e sostenuti.
A tutti gli amici ed espositori, Cristiano “Dr Slump” Rosandini, Fabrizio “Fabbroz” Radica, i dirimpettai di Retrocampus (Claudio Parmigiani, Francesco Sblendorio, Nico Avanzi, Giuliano Palladini, Carlo Santagostino, Roberto Tomaiuolo), Antonio Bonanno di Retròcity, quei matti di Gerundo Retrogaming, Davide Morgana, Paolo Borzini, Eleonora Sayaka Chialva, Alessandro “xadhoom” Bolgia, e tutti gli altri che non ho esplicitamente citato, dei quali abbiamo apprezzato ogni singola macchina esposta ma con i quali magari non siamo riusciti a scambiare due parole.
A chi ha partecipato, specialmente! Grazie per i racconti, anche semplicemente gli sguardi, i sorrisi.
Un arrivederci al prossimo anno da Alessandro, Andrea, Antonio, Demis, Enrico, Luca e Matteo

Un’avventura ti fa imparare (SFD 1001 quasi da zero)

Quello che proverò a raccontarvi non è la storia di una semplice riparazione, piuttosto sarà il resoconto di una vera e propria avventura. (Ancora una volta l’amico Matteo mi ha aiutato nell’edit generale di questo contributo).

Cosa c’entra l’avventura con i computer e con le tipiche attività da Nerd? In effetti c’entra relativamente poco, ma spero di aver acceso la vostra curiosità e di trattenervi nel leggere questa storia.
Enrico, un caro amico Nerdone, con il quale abbiamo accomodato e moddato diversi computer Commodore, un bel giorno mi telefona e mi chiede un parere circa un acquisto: si trattava di un Disk Drive SFD 1001, un’unità di memoria di massa IEEE488, che nel già nel 1982 era in grado di formattare un floppy standard in modo da poter salvare un MegaByte!!! di dati, si tratta di una unità relativamente rara, che rappresenta la versione single drive del più noto Commodore dual disk drive 8250LP.

Erano chiaramente unità ad uso professionale, ma già al tempo erano disponibili diverse interfacce per collegare questo drive anche al C64. Enrico mi dice che il drive gli interessa, troviamo disponibili su eBay scheda madre e case senza meccanica che avevano bisogno con ogni probabilità di lavoro.

Come accennato, il drive oggetto delle sue attenzioni era privo della parte meccanica, si trattava quindi di un case SFD1001 con alimentatore a 110V e di una scheda madre “moddata” con la modifica tipicamente nota come “8250MINI”, destinata ad un computer serie PET con disk drive duale integrato. Gli comunico la mia opinione sul fatto che si tratti di un’unità interessante, e che passo dopo passo, saremmo riusciti a trovare la componentistica per completarlo. Ottimisticamente gli rispondo in modo istintivo: “sarà una bella avventura”. Gli confermo che, secondo me, l’acquisto è da fare, garantendo la mia disponibilità ad aiutarlo, anche solo per la curiosità tecnica di mettere le mani dentro ad hardware così scarsamente diffuso.

Comincia quindi la ricerca dei pezzi mancanti, trovando in rete la disponibilità di un primo pezzo, ovvero un modulo “aftermarket” che sostituiva una scheda figlia utile a rimpiazzare un raro 6530 con un più comune 6532, necessario al funzionamento generale. Successivamente, finalmente in possesso della scheda madre, verificavamo che era stata massicciamente “cannibalizzata”: mancavano diversi diodi specifici, l’integrato di amplificazione di testina di R/W, una resistenza, inoltre un trimmer era praticamente “esploso”. Riassumendo, la scheda madre era messa veramente male, la cosa più semplice da sistemare erano i connettori di alimentazione e la conversione dell’alimentatore interno per funzionare a 220V.

Vista la strada in salita, serviva pianificare questa vera e propria avventura in passaggi successivi per non rimanerci in mezzo! La nostra strategia ricostruttiva era stata quella di fare ripartire il drive, usando una mia meccanica come metro di conferma del funzionamento completo della main. Mese dopo mese, dopo esserci scontrati con i problemi più disparati, ci siamo arrivati: avevamo la conferma che, con l’unità meccanica originale, il drive formattava e leggeva correttamente! Era giunto dunque il momento di cercare la meccanica da inserire nel drive, ma, come reperire una meccanica così rara senza svenarsi, o almeno spendendo il giusto? Con un po’ di superficialità e forte della memoria di aver visto meccaniche di disk drive per PC molto rassomiglianti a quella dell’SFD, ho proposto al mio amico Enrico di “moddare” una meccanica standard per PC.

Ripieghiamo ancora sulla vasta offerta di ebay e troviamo la prima unità che ci sembrava rassomigliante e, che, secondo noi, doveva essere compatibile: si trattava di una Shugart 455 che abbiamo “portato a casa”. Analizzata la scheda di bordo ed isolata la parte meccanica il nostro entusiasmo era veramente a palla, non ci sembrava vero di aver quasi finito, così iniziamo a predisporre la meccanica pc per farla funzionare sulla main SFD.

Studiando un po’ la situazione, sembra che quello che resta da fare sia “solo” allungare i cavi disponibili per portarli ai terminali giusti tipicamente presenti nei disk drive come ad esempio led write enable, servo motore, stepper di testina, led index, modulo di traccia 0 e il comune led frontale di attività. Il drive era predisposto per effettuare un set della velocità del servo affinché girasse alla velocità di 300RPM come effettivamente previsto per l’originale SFD, inoltre il servomotore di queste unità ha spesso i condensatori in perdita, così provvediamo a sostituirli. Enrico tramite un altro suo contatto, passa le quote di parti in plastica ormai “cotte” (quel processo di cristallizzazione che porta le plastiche originali a spezzarsi facilmente) per la loro replica in stampa 3D, un alberino che agisce con una camma tenendo il floppy verso il basso, che è direttamente posto sulla leva di chiusura del drive e che con gli anni si usura in modo irreversibile.
Colleghiamo finalmente la meccanica alla main e tramite il C64 impartiamo i comandi che ci sembrano più razionali per vedere il comportamento, ripieghiamo su un format, con il solito comando OPEN al canale 15 dei drive CBM, “n0:new,11”, e il drive comincia a formattare, la gioia è immensa: il drive risponde e la testina percorre con i suoi tempi tutta la superficie del floppy, rimanendo però ferma… Il drive non conclude la formattazione… ad ogni modo proviamo a leggere la directory del floppy, e con nostra sorpresa almeno abbiamo una directory, purtroppo non coerente con lo standard che è molto “pasticciata”. Ci sembra nel complesso un risultato pazzesco! Facciamo altre prove e cerchiamo di leggere dischetti formattati con questo standard, il drive legge perfettamente tutti i dischi, facciamo tutta una serie di prove e dal canto nostro l’avventura ci sembrava finita in quanto, considerando lo sfalsamento, imputiamo la colpa ad un disallineamento della testina, visti i pesanti rimaneggiamenti ed età generale dell’unità.

Chiediamo assistenza tecnica ad un amico di Enrico e dobbiamo spedirgli il drive per degli approfondimenti. Dopo qualche mese, purtroppo, ci dice che non riesce a capire il problema e il drive ritorna a casa mia.

Approfondiamo ulteriormente e ci rendiamo conto che il drive di cui abbiamo sfruttato la meccanica è un drive da 96TPI, mentre il drive nativo dell’SFD è da 100TPI, e ci rivolgiamo ancora ad eBay.

Il nuovo drive giunge a casa mia, si tratta di una unità PC “Panasonic 595H” in quanto le poche info in rete ci avevano confermato che è da 100TPI, meglio noto come “quad density” (QD). Per telefono aggiorno Enrico (infatti l’avventura è avvenuta tra Milano e Modena, a volte incontrandosi fisicamente, a volte confrontandosi a distanza). Comincio ad eseguire la modifica dei fili, rimuovendo la logica di bordo, seguo lo stesso modus operandi della modifica effettuata con la meccanica precedente, quando proprio sul più bello, mi accorgo che c’è un problema che mi fa scendere il morale dalle stelle alle stalle: il drive dispone di un motore stepper che presenta solo quattro fili contro i sei della meccanica originale (e di quella precedente)!

Il panico! Serve fare un bel respirone, mantenere la calma, e ritornare a studiare: ci documentiamo ancora e impariamo che esistono diversi tipi di motori stepper, unipolari e bipolari, Enrico, da Modena, viene a casa mia a Milano e si ragiona assieme, osservo che se il drive era pilotato dalla sua scheda con interfaccia per PC di bordo, la soluzione poteva essere trovata sopra a quella scheda! Enrico confida su di me e rientra verso Modena, io, mosso da un nuovo entusiasmo, ricavo il circuito integrato di controllo dello stepper e ne scarico il data sheet e me lo guardo. Mi rendo conto che posso realizzare un bridge che reinterpreta la sequenza degli step, tra le uscite di controllo logico dello stepper a bordo della scheda madre dell’SFD, iniettandoli corretti e adattati per motori bipolari nel chip oggetto della nostra indagine.

U11 74LS14

Mi rimetto al lavoro sul PC, con il soft Eagle, CAD per circuiti elettronici e PCB di cui ho comprato la licenza tanti anni fa, ed incomincio a disegnare lo schema necessario (per fortuna i segnali sono pochi) e graficamente tutto è più razionale e meno astratto. Studio con attenzione lo schema originale Commodore del disk drive SFD1001 e credo di riuscire ad intercettare dove inserirmi, così effettuo la realizzazione del bridge, usando uno zoccolino e dei fili volanti.
Faccio alcune prove, perché non so bene come interpretare i segnali, quello che so è che come in altri drive, la sequenza di step esce da una porta utilizzando due linee I/O di circuito tipo un MOS6522. In questo caso è lo stesso comportamento ma lo stepper ha l’esigenza di una specifica sequenza per muoversi in entrambe le direzioni siccome il motore stepper originale è di tipo unipolare a 6 fili. Controllo e trovo le linee SOA, SOB, MT /ON che si dirigono verso l’integrato 11E, che inverte i segnali… questa mi sembra essere la zona giusta.

Collego tutto ed accendo, impartisco i soliti comandi al C64, in modo da forzare il drive a muovere la testina. I segnali di base mi sembravano corretti, fintanto che mi rendo conto che è necessario portare anche un segnale di ENABLE, collego il terzo filo nell’unico punto che mi sembra razionale e ragionevole per il segnale MT/ON, e sento e vedo il motore che comincia a muoversi! Per prudenza non avevo attaccato la testina, per evitare guasti ad un componente così delicato a fronte di comportamento imprevisto del bridge. Controllo ancora, impartisco dei semplici LOAD, la testina si muove!

La meccanica di questo drive è costruita con una tecnologia simile a quella della meccanica originale, ma essendo questo drive più moderno risulta molto più veloce e silenzioso nello spostare la testina.

Spengo tutto, attacco il connettore della testina, e video registro con il cellulare, sono ottimista, riaccendo anche il C64 e premo il RETURN al comando “OPEN 1,8,15, “n0:test sfd,xx”, il drive si muove correttamente, il mio bridge funziona pilotando perfettamente il motore stepper, anche tutto il resto sembra corretto. Tutto sta procedendo bene ma bisogna aspettare la fine della formattazione per festeggiare… il drive è quasi alla fine del tempo necessario a formattare, e con mia sorpresa ed entusiasmo, il led di attività si spegne senza riportare errori!!! Urlo: “Ha formattato!! Enrico! Ha FORMATTATOOO!”

Passa qualche settimana e dopo la consegna del drive, purtroppo si presentano degli altri problemi! Recupero il drive da Modena, si ragiona assieme per quanto possibile, visti gli impegni di ciascuno e ancora una volta supponiamo problemi di varia natura alla testina, come disallineamento, o problemi di sovra-pilotaggio viste le impedenze al limite delle tolleranze previste. Riesco addirittura a trovare un disco “cosiddetto” marginato appositamente per i floppy da 100tpi, ormai rari come diamanti. Purtroppo le procedure di allineamento di un floppy a doppia faccia, vanno troppo oltre le nostre competenze, in più il service manual non riporta i test point per procedere e “cercare” il famoso “occhio del gatto” sull’oscilloscopio. Eravamo arenati, passano un bel po’ di mesi e una sera ho pensato che tanto valeva correre qualche rischio… eravamo fermi da troppo tempo e comunque con le mani legate, così ho disconnesso la testina dalla puleggia, e la ho cambiata con una recuperata da una terza unità nel frattempo scaramanticamente procurata, ovvero una Panasonic JU-455.

Ricollego tutto e infine faccio le solite prove: il drive ha formattato al primo colpo con una soddisfazione enorme! Una curiosità che porta ulteriore sorpresa e soddisfazione è stata quella di provare il perfomance test originale di questa unità e di scoprire che il drive con questo stepper è più veloce e silenzioso dell’originale. Analizzando il programma Basic del performance test, si evince che il codice analizza il tempo necessario per finire i test e, visto che il drive con questa modifica finisce un po’ prima, restituisce un errore che nulla ha a che fare con la conclusione positiva di ogni comando, infatti nessuna segnalazione è presente sul canale di errore e risulta in stato corretto anche la variabile ST, che è di sistema sul C64 per indicare condizioni di errore verso gli I/O.

Questa avventura oggi riassunta in questo “breve” articolo è durata circa tre anni, tra studio, comprensione e tempo per reperire i componenti di cui avevamo bisogno, ma ci siamo arrivati in fondo e l’avventura si è conclusa con la presentazione del drive a Brusaporto Retrocomputing 2022 con spiegazione dello schema ed esposizione “scarenata” dell’esemplare del drive.

Io ho provveduto a posizionare il bridge su una area vuota della scheda main SFD e predisposto i connettori stepper per bypassare il connettore originale, il bridge infatti è trasparente ed è ancora possibile connettere una unità originale, la main dell’ SFD dispone di posizioni DIL vuote, previste da Commodore durante la progettazione e sono l’ideale per questa modifica.

Spero di non avervi annoiato e che questa idea e l’avventura che ne è conseguita sia di ispirazione o che possa essere utile a chiunque abbia l’esigenza di sostituire una meccanica di questo tipo di drive, ma anche che possa essere di incoraggiamento per chi si trovasse di fronte ad un’impresa all’apparenza insuperabile: non datevi per vinti!

Bridge installato sulla pcb della main SFD 1001 i fili colorati vanno direttamente allo Stepper che è pilotato a 12V

DISK DRIVE A CONFORNTO E SCHEMA ELETTRICO DELLA MODIFICA BASATA SU IC HA13421

Canolo Game Mania Seventh Edition

Domenica 16 Aprile 2023 si è tenuto il Canolo Game Mania, ormai giunto alla settima edizione. Il bilancio in termini di partecipazione e di qualità è stato più che positivo, rilevando un aumento delle presenze, specialmente nella mattinata e confermando che la qualità nei pezzi esposti premia e lascia i visitatori soddisfatti.

Ringraziamo Monia che come organizzatrice ha orchestrato, dietro alle fila con discrezione, le forze e le disponibilità del collettivo CCR2, bilanciando le diverse anime del gruppo, quella creativa, quella ludica e quella nerd, ottenendo un mix che ha lasciato tutti soddisfatti.

Come Nerdoni abbiamo accolto volentieri l’invito di portare il nostro contributo a questo evento targato CCR2, collettivo con il quale siamo più che amici. Quando Vittorio ci apre le porte della Polisportiva Canolese ci sentiamo come in famiglia, complice anche il pranzo della domenica, apparecchiato nel campo da bocce!

Dopo i ringraziamenti d’obbligo e non per questo meno sentiti, sarete curiosi di sapere che cosa c’era in mostra… passiamo a vederlo!

L’angolo delle invenzioni

Il tema del Riuso creativo è molto sentito per cui quest’anno si è deciso di dedicare una parte di esposizione a questo argomento e i pezzi interessanti non sono mancati. Hanno suscitato molto interesse essendo pezzi unici realizzati e progettati per l’occasione.

I 40 anni del C64 in Italia

Ok, sappiamo già che qualcuno potrebbe dire che sono 41, ma non stiamo “a spaccà er capello”. Salvo smentite, il C64 venne presentato in Italia, spento sotto una teca, allo SMAU del 1982 e comparì negli scaffali nel marzo 1983 (fonte Wikipedia).

Da quel momento si susseguirono tante varianti , comunque tra loro tutte compatibili. Abbiamo voluto esporre una buona rappresentanza delle versioni più comuni in ordine cronologico.

Ma partiamo da quello che c’era prima di arrivare al C64:

Poi venne il C64 che sconvolse il mercato dell’home computer:

l’Angolo del Riparatore

Ogni anno non mancano le riparazioni al volo! Grazie ad Alle che ci ha portato un po’ di clinica mobile! Quest’anno abbiamo eseguito i seguenti interventi:

  • Monitor 1084S con porta DB9 completamente scassata, sotto lo sguardo vigile di Vito (grande riparatore di CRT) e Gianguido (il proprietario).
  • Amiga A501 salvata dalla terribile VARTA
  • Amiga 500 testata e funzionante, nonostante sembrasse caduta dal quinto piano.
  • Commodore 16 guasto. La diagnosi ha evidenziato problemi all’alimentatore, si spera sia solo quello
  • Apple Macintosh Plus della Monia tagliandato: upgrade RAM, diodo terminatore per futura installazione del bluescsi
  • Diagnosi di possibili problemi su diversi C64

LAN Party: fragga tu che fraggo anch’io

Un altro bellissimo esempio di come si possono riciclare e valorizzare pezzi di hardware ritenuti obsoleti l’ha avuta Diego.

Per chi non lo sapesse Quake è un videogioco sparatutto in prima persona, sviluppato dalla id Software e pubblicato nel 1996. Grazie alla sua reale tecnologia 3D e al gameplay veloce e frenetico, Quake ha rivoluzionato il mondo dei giochi FPS.

Inoltre, Quake ha introdotto molte novità nei LAN party. Grazie all’implementazione di un sistema di matchmaking online, i giocatori potevano sfidarsi anche a distanza, ampliando enormemente il network di partecipanti. Inoltre, Quake ha introdotto la possibilità di personalizzare i modelli di gioco e i personaggi, creando una vera e propria cultura di modding e skinning. Grazie a queste innovazioni, Quake si è rapidamente affermato come uno dei giochi più amati dal mondo dei videogiocatori e ha contribuito a definire un nuovo paradigma di multiplayer online.

Diego quindi ha preso dei portatili definiti datati e li ha configurati come postazioni da gioco collegati in rete per giocare a Quake, tutto rigorosamente a costo zero, ci ho giocato personalmente ed ho fraggato diversi ragazzini sedicenti giocatori di Fortnite, forse mi si è risvegliata la memoria muscolare del me sedicenne.

Amiga Corner anzi… Disc!

Abbiamo avuto il piacere di vedere il LaserDisc di Dragon’s Lair gestito da Amiga 2000, perfettamente giocabile con l’audio sparato a bomba e CRT gigante! Una postazione pimpatissima!

Inoltre su una poco appariscente A500 girava un motore di recentissima produzione. Il PiStorm è impressionante!

E infine, non meno importante

Segue una gallery di tutto il resto, avrei voluto intervistare tutti e chiedere un racconto della postazione che avevano pensato ma purtroppo il tempo è stato tiranno, la giornata è volata in un attimo, quindi godetevi la valanga di cose presenti:

Concludendo

La giornata è volata, ho parlato con tantissime persone che ci sono venuti a trovare e con tantissimi avrei voluto confrontarmi ma non ho fatto in tempo, e credo che sia stato così per tutti.

Oltre a Monia e Vittorio che ho già ringraziato un Hip Hip Urrà va anche alla cucina che ci ha sfamati magnificamente e al president Piergiorgio, che quatto quatto è sempre presente e vigila sui CCR2.

Vi lascio con qualche scena di vita di questa magnifica giornata: