PiStorm!

Oggi voglio parlarvi di PiStorm, una scheda di espansione nata pochi anni fa per Amiga 500 (e CDTV).

Ne ho sentito parlare per la prima volta a Brusaporto Retro Computing nel 2021 e la curiosità mi ha convinto a comprarla per metterla alla prova.

Non è un retrodispositivo come le leggendari schede di espansione degli anni 90, e… lo so, il vero retroNERD non vuole nuovo hardware nel suo amato Amiga! 😀

Ma quando un appassionato dedica anni di fatiche per sviluppare un progetto pensato per il nostro mitico computer, non vale la pena di dedicarci un po’ di tempo?

La scheda si chiama PiStorm ed è un dispositivo di interfaccia (logica glue) che permette di collegare un Raspberry Pi (modello 3A+) direttamente sullo zoccolo CPU di Amiga 500. Il processore 68000 quindi verrà sostituito direttamente dall’hardware PiStorm + Raspberry, che Amiga vedrà come una scheda di accelerazione tipo Big Bang di Hardital, o Terrible Fire… ma con caratteristiche uniche e programmabili!

Ma andiamo con ordine e vediamo passo per passo com’è fatta e come funziona.

Pistorm è un dispositivo di piccole dimensioni, poco più grosso dello zoccolo del Motorola 68000.

L’ho acquistato da AmigaStore.eu qualche mese fa a poco più di 40 Euro (negli ultimi mesi il prezzo è salito alle stelle: adesso costa quasi 60 Euro e il Raspberry non è incluso!).

Contiene Altera Max II, un CPLD (Complex Programmable Logic Device) che sarà l’interfaccia hardware tra Raspberry e Amiga!

Si collega tra lo zoccolo Motorola 68000 di Amiga 500 e Raspberry Pi.

Una volta assemblato sarà così:

PiStorm sotto… RaspBerry sopra. Nient’altro!

Il secondo passo sarà la programmazione.

Le modalità di utilizzo del PiStorm sono sostanzialmente due, con caratteristiche molto diverse tra loro:

  • La prima sarà con sistema operativo Raspberry Pi OS
  • La seconda sarà JIT con un sistema operativo chiamato Emu68

Le differenze sono principalmente che la prima modalità sarà la più flessibile, con tante caratteristiche configurabili ma anche la più lenta.

La seconda, sarà con conversione diretta delle istruzioni in codice macchina, la più veloce e “diretta” ma con meno configurazioni possibili.

Partiamo dalla prima modalità, l’emulazione software con sistema operativo Rasberry Pi OS

Va preparata la SD card con il sistema operativo Debian “Raspberry Pi OS” esattamente come si fa con un normale Raspberry.

Con il Rasberry e PiStorm dentro il nostro Amiga 500, accendiamo l’alimentazione.

Lo schermo rimarrà scuro e il led non si accenderà. Panico? No, è tutto normale! L’emulazione della CPU non è ancora avviata e l’Amiga è senza il suo amato Motorola 68000!

Non c’è da preoccuparsi, è come se fosse in stato di RESET.

Attraverso un collegamento SSH dal vostro PC, collegatevi all’indirizzo IP del Raspberry e inserire le credenziali (di default Nome: pi, password: raspberry) e sarete nella Shell di Raspberry OS!

Con alcune righe di comando che trovate sul sito dell’autore di PiStorm (https://github.com/captain-amygdala/pistorm), si installerà l’emulatore software (chiamato Musashi) con le librerie e i files di configurazione necessari per il funzionamento. Si programmerà il CPLD (sempre secondo le istruzioni del sito) e sarà tutto pronto!

Ora, basterà modificare il file di configurazione con le nostre impostazioni preferite e saremo pronti ad usare il nostro “nuovo” Amiga.

Ma cosa può fare il PiStorm?

Scelta del modello della CPU:

68000, 68010, 68020, 68EC020, 68030, 68EC030, 68040, 68EC040, 68LC040

  • Espansione di memoria:

Max. 128GB di Fast 32bit Z3 RAM

  • Versione di Kickstart:

Versioni supportate: 1.3 – 2.0 – 3.1

  • Grafica RTG (per rimappare in HDMI il secondo monitor e utilizzarlo come fosse collegato ad una Picasso oppure utilizzarlo come schermo primario).
  • VirtualSCSI per montare i dischi immagine degli HD Amiga.
  • Cartella condivisa in tempo reale con dispositivi esterni via WiFi! Potete caricare files su Amiga direttamente da qualsiasi dispositivo esterno via WiFi con FTP!

Una volta terminate le configurazioni, saremo pronti ad avviare il sistema con:

sudo ./emulator --config amiga.cfg

In base al file di configurazione, il sistema si avvierà con il kickstart, la RAM, e l’immagine disco di Amiga che avete impostato.

Adesso Amiga funzionerà come se niente fosse, con una CPU, un disco fisso, la Ram e la scheda video emulata da Raspberry!

Le performance non saranno velocissime ma comunque notevoli (si parla comunque di due volte la velocità di un Amiga 3000!).

Il grosso vantaggio è l’espansione di RAM di max 128MB a 32bit e la possibilità di pilotare un monitor in HDMI, a 24bit! Per chi ama la grafica come me, è una meraviglia!

La seconda configurazione: Emu68.

Sostanzialmente funziona come una macchina virtuale: ci sarà un piccolo sistema operativo che si occuperà di tradurre in tempo reale (JIT) le istruzione in codice macchina da Motorola 68000 ad ARM del Raspberry. Questo permetterà di avere una enorme velocità di esecuzione!

In questo caso le opzioni saranno inferiori:

si potrà scegliere il kickstart, il disco fisso (che sarà una partizione della SD card collegata direttamente al Raspberry e farà accesso diretto!) e la visualizzazione RTG come scheda video Picasso.

L’Amiga prenderà il volo e permetterà di fare cose impensabili: tipo renderizzare progetti di Imagine o Real 3D in tempi ‘umani’ 🙂

Ma qual è il vantaggio di tutta questa fatica?

Innanzitutto siamo dei NERD, giusto? Quindi queste cose sono bellissime!

E poi, è molto comodo avere un Amiga completamente accessoriato senza avere hardware esterno, per sperimentare configurazioni, schede video e HD diversi solo modificando configurazioni software e hardware (portarlo agli eventi diventa molto più semplice) . È quasi un laboratorio, per sperimentare le potenzialità di hardware differenti senza dover cambiare componenti e rischiare di danneggiare i nostri retrocomputers.

Lo consiglio per chi ha voglia di “smanettare” con il proprio 500 e provare a portarlo al limite… con una piattaforma opensource che ogni mese presenta qualche nuova sorpresa e qualche nuova possibilità. Tutto questo permette di apprezzare la magia dell’hardware e del software Amiga, che funzionano ancora perfettamente anche con hardware nato 30 anni dopo di loro!

Andrea.

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Brusaporto Retrocomputing 2021, il racconto di una splendida giornata

Per la cronaca di questa bellissima giornata, vorrei partire dal fondo, ovvero dai ringraziamenti.

Il senso di gratitudine per aver vissuto questo ricchissimo evento, va innanzi tutto a Daniele Lena e ai “locals” che lo hanno aiutato, quindi al Comune di Brusaporto che ha patrocinato l’evento e messo a disposizione il centro Polivalente.

Un grande grazie va inoltre agli espositori che hanno messo il loro tempo e le loro risorse a disposizione del pubblico. Essendo anche noi espositori, sappiamo il tempo e la cura impiegata per arrivare il giorno dell’evento con tutto funzionante e perfetto. Per noi Nerdoni, BrusaRetro è così sentita che quando un restauro riesce particolarmente bene, o quando recuperiamo un esemplare importante, o facciamo una scoperta particolarmente interessante, ci diciamo nelle nostre chat “questa la esponiamo a BrusaRetro!”.

Ed infine un riconoscimento va al pubblico che nonostante i vincoli e le scomodità è accorso numeroso, riempendo la sala di nerdaggine già dalla prima mattina.

Ed ora passiamo alla cronaca della giornata.

La partenza

La partenza

Diciamo che i NerdOni hanno inclinazioni diverse in fatto di collezionismo… ed anche in fatto di orario di sveglia la mattina, per cui, complice la forbice di allestimento dalle 8 alle 9, la compagine NerdOna è arrivata in ordine sparso dalle 8 alle 9 meno un minuto.

Daniele, la prossima volta, dacci le chiavi che veniamo ad aprire noi… 😉

Prima il dovere…
…e poi il piacere!!!

La giornata

L’impressione quando il pubblico entra in sala è che il tempo cominci a scorrere più velocemente, in un attimo è già ora della pausa di mezzogiorno.

Sono tante le cose che hanno suscitato l’interesse dei visitatori, seguono delle foto prese “live” da noi e dai visitatori.

Abbiamo cercato di esporre cose interessanti che suscitassero almeno un “oh” a chi passava davanti ai nostri tavoli.

Non sono mancati episodi divertenti e molto nerd come le modifiche in tempo reale ad un A500 rev 5 per portare la chip RAM da 512Kb a 1 Mb (senza la modifica, l’espansione nella trap door veniva vista come 512KB di slow ram)

Occhi buoni e mano ferma! Mod su mobo in scioltezza… ma a chiappe strette

Avevamo messo in piedi anche un servizio per cottura di PLA C64 in tempo reale, sempre meglio fare scorta…

Cottura in corso…

Insomma, abbiamo fatto di tutto per contribuire a rendere l’ambiente il più divertente possibile… ed è stata una bella gara… anche gli altri espositori volenti o nolenti hanno reso l’aria bollente, anzi… irrespirabile…

Mi piace l’odore dei RIFA di mattina…

Non possiamo citare tutte le magnifiche cose esposte, non ce ne vogliano gli espositori non citati… Ricordiamo solo la significativa demo funzionante ispirata al film Wargame dei nostri dirimpettai Retrocampus che potete vedere qua in una versione “da studio” (preferisco questa a quella live, per questioni di rumore di fondo).
Link al video
L’uomo “del trolley rosso” Ezio Bagnis ha deliziato i partecipanti con una degustazione enogastronomica delle eccellenze piemontesi, decisamente abusiva, quanto altrettanto gradita.
E cosa dire dei pezzi da 90 esposti da ESoCoP, giustamente “sotto teca”…

Della serie “pochi ma buonissimi…”

E come non ricordare il router messo a disposizione di chi aveva bisogno di internet, come narra il noto passo delle sacre scritture, “avevo bisogno di banda e me ne avete dato”. In tema telecomunicazioni, visto l’interesse suscitato, Nico avrà l’obbligo morale di preparare un bell’articolo/tutorial con un po’ di materiale succulento sulla realizzazione del modem old style (in realtà è wi-fi) con tanto di composizione del numero e handshaking.

Erry ama così tanto il felpone blue Royale che non ha tolto nemmeno il cartellino, o lo ha lasciato per rivenderla subito dopo?

Per l’occasione ci siamo dotati di felpone blue royale (voluto fortemente da Erry) in stile teletubbies con tascone porta floppy e logo aziendale. Tale felpone ha riscosso talmente tanto successo che abbiamo anche la nostra prima fan “felpone dotata”.

Il ritorno

Purtroppo “tempus fugit” e viene inesorabile il momento di sbaraccare e mettersi in viaggio per rientrare… anche se c’è qualcuno che avrebbe voluto restare ancora li, improvvisando un sit-in nel bagagliaio!

Brusaporto Retrocomputing 2021: i Nerdoni in pellegrinaggio a “BrusaRetro”

Non è un segreto che noi Nerdoni siamo dei fan sfegatati di Brusaporto Retrocomputing e non nascondiamo che l’aver saltato l’edizione 2020 ci ha addolorati come il vedere un tir di commodore boxati andare al macero…

Uno slogan essenziale, ma carico di significato

In attesa di ripartire, in questi due anni di chiusura forzata abbiamo lavorato nei nostri laboratori, garage, cucine, cantine, mansarde, per riportare al loro splendore originale le nostre macchine. Abbiamo parlato a tutti della nostra passione, abbiamo salvato dall’oblio o peggio, dalla distruzione, tanti esemplari, belli e brutti, rari e comuni, senza fare distinzioni.

Dai primi di settembre 2021, con la certezza che il mitico Daniele Lena & Co. (santi subito) avevano avviato la macchina organizzativa, eravamo con i nostri browser preferiti sul sito http://www.brusaretro.it/, facendo costantemente CTRL+F5 per vedere apparire la form delle iscrizioni, fino a quando, un giorno:

Nico, come un falco, arriva prima di tutti…

Subito ci assicuriamo di prenotare e comunicare il nome degli espositori e le macchine coinvolte. Daniele ci risponde con molta disponibilità e la cosa è fatta.

Il nostro augurio è di incontrarvi dal vivo per potervi mostrare le nostre macchine e per scambiare due chiacchiere sulla nostra passione, ma come si sa, non tutti potranno essere presenti fisicamente.
Vogliamo presentare in questo post, come in una mostra virtuale, ciò che esporremo a Brusaporto Retrocomputing 2021.

Commodore CBM 8032-SK

Se la tira perché sa di essere bello…

E’ difficile trovare parole originali ed inedite per questo computer fantastico, siccome tante ne sono già state spese. Ogni sua curva è da accarezzare col dorso della mano, un vero e proprio pezzo di design.
Proprio questo design è avvolto da aneddoti mitici che riguardano Porsche Design, Ira Velinsky ed il marketing Commodore. Di queste curiosità e di altre ne parleremo a Brusaporto… a proposito… sapete per cosa sta SK?

VIC 1001 (tastiera PET style)

(Immagine di repertorio fonte: www.vic-20.it)

La versione “nippona” che fece da apripista al VIC-20 “nostrano”. Come non ricordare la famosa frase coniata da Jack Tramiel per aggredire (è proprio il caso di dirlo) il mercato giapponese: “I giapponesi stanno arrivando, quindi dobbiamo diventare giapponesi”. Tramiel si riferiva al fatto che l’invasione di home computer giapponesi a basso costo si sarebbe diffusa inesorabilmente, per cui invece di contrastare questo trend, Commodore avrebbe dovuto cavalcarlo con una proposta propria ancora più aggressiva in termini di prezzo e di soluzione tecnica.

EDS C64

Plastikonen indistruttibilen tetesken!

Probabilmente dopo un’oktober fest finita male, i tedeschi di EDS ebbero l’idea di progettare un case “aftermarket” che contenesse un intero sistema Commodore 64 + 2 drive 1541 + 1 datassette 1530. La tastiera originale portata fuori risultava minuscola rispetto al resto, per cui ci aggiunsero un comodo tastierino esadecimale, per non farsi mancare niente. Perchè poi accontentarsi di un banalissimo kernal originale, quando con un deviatore ne potevi avere quattro? Nacque quindi questo panzer teutonico da 30Kg, sgraziato, enorme, al quale serve una scrivania apposita, ma che è diventato uno dei sacri graal del collezionismo Commodore. Altra cosa banale: è bellissimo.
(Sconsigliato per chi soffre di ernia al disco)

Commodore SX-64 Executive Computer

(fonte wikipedia.it)

Un altro pezzo “da 90” della Commodore, lo sterminatore delle diottrie, la gioia degli oculisti, ma a COLORI!!! Portarlo con il suo maniglione rassicura e ricorda costantemente il peso di essere Executive! Un grande incentivo a venire a Brusaporto: quello che vedrete in mostra ha delle peculiarità tecniche ed estetiche che lo rendono UNICO. Non potete mancare. Piccolo spoiler: dual drive, ma non solo.
(Avvertenze: da utilizzare esclusivamente a bordo piscina con camicia sbottonata su abbondante petto villoso)

Commodore C128DCR

Amichevolmente chiamato dai Nerdoni “il computer dello zio ricco” il C128D in versione CR era pensato per i parenti un po’ meno abbienti. Mancava di un case plasticoso con maniglione e porta tastiera e per portarlo ti dovevi organizzare in autonomia… ma hey! Ti portavi appresso 5 computer in 1, e potevi “spistolare” con il CP/M comodamente dalla tua cameretta… Venite a BrusaRetro e vedrete un 128DCR con montato un Basic 8, se non è una chicca questa!

Commodore Amiga 1000

siamo stanchi delle foto da rivista, eccovene una in azione!

Tutti sappiamo quanti errori ha fatto Commodore nella sua storia, ma se dobbiamo citare uno dei maggiori successi a livello di scelte imprenditoriali della suddetta, beh… l’essersi tenuta il progetto Amiga rientra nella Top 3. Se n’è uscita sul mercato con la più bella delle “amighe”, con un computer che offriva prestazioni e delle features che la concorrenza avrebbe raggiunto solo anni dopo. Ci sembrava doveroso portare il migliore, anzi, la Migliore, a Brusaporto.

Commodore Amiga A500 (pimpata)

Questo esemplare farà storcere il naso ai “fighetti” puritani del retrobright/boxato/mint/rare/comenuovo.

Ma è unico perché:

  1. E’ sempre aperta (notare il femminile), cioè le viti sotto non ci sono!
  2. Ha un adesivo apple che non c’entra un caxxo ma sicuramente il suo padrone (Andre!!!), sedicenne all’epoca, pensava che fosse fichissimo
  3. Prima di essere di Andre, era di Batman (o almeno di Alfred)
  4. Ha la scritta Amiga rifatta in nero indelebile e penna Bic e quindi va più forte
  5. Ridi ridi sotto al cofano e sulla sx ha due “chicchine” niente male
  6. Potesse raccontare quello che ha visto e fatto…
  7. E’ a suo agio a fare 3D… si avete capito bene, modellazione 3d su Amiga 500

Commodore Amiga 500 New Art Limited Edition

fonte internet

Vedrete dal vivo queste due Amighe speciali, dal discutibile design teutonico primi anni 90.
Belle come una Golf 2 GTI verde metallizzata con gli adesivi fluo sulle fiancate e impianto stereo Blaupunkt.
Design by Stefanie Tucking, famosa deejay radio e televisiva tedesca che purtroppo è venuta a mancare improvvisamente il 1° dicembre 2018.
Questi modelli particolari solleticheranno le sinapsi dei collezionisti di serie limitate. Non mancate a Brusaporto per vederle e farvi un selfie insieme!

Commodore Amiga 2000 (pimpata)

a suo agio in mostra, ammicca furbescamente con i suoi 1024 colori

Alla Commodore dopo essersi resi conto di avere fatto una cosa bellissima (A1000), hanno pensato che dovevano progettare anche qualcosa “di sostanza”. Un computer espandibile, indistruttibile ma economico, quindi decisero di mettere un gioiello di motherboard in un cassone da assemblato taiwanese. Quando si suol dire: “è brutta fuori, ma è bella dentro”.
Siccome siamo in vena di modi di dire, sull’aria di “ogni scarrafone è bell’a mamma soja”, Luca ci porta il suo A2000 aka “cassone” della sua adolescenza piuttosto pimpato (cose tipo Picasso, GVP 68030, Guru ROM, bla bla bla) con tutto il materiale con il quale faceva 3D insieme al compare Andrea di cui sopra. Vedrete cose che voi umani…

Bene! la rassegna virtuale ed un po’ scherzosa delle cose che porteremo è finita. Non vediamo l’ora di incontrarvi a Brusaporto Retrocomputing 2021!

Un monitor quasi sconosciuto: Commodore 1081 STEREO (pulizia e recap completo)

Commodore 1081 stereo monitor dark tube PAL EU 220V-240V
KH543/00E – NR.TY 11627025324 – year 1986?


Sì, avete letto bene: stereo.
Lo sottolineo perché fino a qualche giorno fa pensavo che il 1081 fosse un monitor (esclusivamente) monofonico.
Incredibilmente, invece, esiste anche in versione stereo, ma non è identificabile “a prima vista” in quanto sostanzialmente identico al più diffuso 1081 monofonico.
Nel nome non è stata aggiunta la “S”: se l’avessero chiamato “1081S” tutto sarebbe stato più chiaro! 🙂
Ma sono le connessioni presenti sul retro del monitor a rendere le cose ancora più “criptiche”.
Per l’audio in ingresso troviamo infatti un singolo connettore RCA, il che facilmente porta a supporre che si tratti di un monitor monofonico, ma non è così.
L’audio in ingresso nella presa SCART ha invece pieno supporto stereo: il pin 2 è il canale destro (R) ed il pin 6 è il canale sinistro (L).
Controllando direttamente la scheda principale ho verificato che l’unico ingresso audio RCA è cortocircuitato al pin 6 (L) della presa SCART (verifica che è possibile fare anche con un tester senza smontare il monitor).
Per determinare se un 1081 risulti mono o stereo possiamo anche semplicemente verificare la presenza o meno dell’altoparlante di destra utilizzando una luce attraverso i relativi tagli: l’altoparlante di destra è presente soltanto nella versione stereofonica, mentre nella più diffusa versione monofonica i tagli lasceranno intravedere l’interno del monitor.

Il 1081 stereo sembrerebbe esistere soltanto in versione PAL ma, dalle (poche) info presenti in rete, non sono riuscito a stabilire con certezza se questa affermazione corrisponde al vero.

Considerando le capacità audio stereofoniche dell’Amiga 1000, credo che il miglior monitor che si possa abbinare a questa favolosa macchina sia proprio il Commodore 1081 stereo.
In effetti, il monitor di questo articolo è proprio quello che accompagnava l’Amiga 1000 oggetto di un altro mio articolo su Nerdone.it (rigrazio ancora Tiziano G., ma anche Alle per la consegna! 🙂 ).
Sperando di fare cosa gradita, vista la rarità di questo modello, ho scelto di pubblicare molte immagini (soprattutto delle parti interne).

Nonostante la polvere, il monitor si presentava comunque in ottime condizioni estetiche:


Una volta aperto, mi son reso conto che anche l’elettronica si trovava in uno stato di conservazione eccellente (le seguenti foto sono state scattate appena aperto, senza togliere nemmeno la polvere):


Successivamente, ho smontato le varie parti del monitor.
Nelle seguenti foto potete vedere le schede coi condensatori elettrolitici originali e le plastiche di sportellino e pulsante d’accensione (sono riuscito a smontare queste plastiche senza romperle, cosa per nulla scontata!):


Dopo lo smontaggio sono passato alla pulizia dell’elettronica e del CRT.
Vista la sola presenza di polvere, ho eseguito una semplice pulizia con l’aspirapolvere utilizzando la spazzola aspirante in dotazione.

Ho poi scattato diverse foto anche al CRT, che in questa versione è caratterizzato da uno schermo piuttosto nero (aspetto che, di solito, è segno di qualità), mettendo in evidenza alcuni dettagli del giogo:


Come sempre, considerando l’età di questo pezzo d’elettronica, è importante procedere alla sostituzione dei condensatori elettrolitici.
In questo modello i condensatori elettrolitici sono in totale ben 59, dei quali uno (C473) è bipolare (non polarizzato).

Con tanti condensatori da cambiare, ho pensato d’acquistare un “recap kit” già pronto, ma per questo modello non l’ho trovato.
Tuttavia, considerando che l’elettronica Philips di questo monitor risulta molto simile a quella di un 1084S-P, ho acquistato:

  • un recap kit di qualità per 1084S-P;
  • i pochi condensatori differenti/mancanti.

Acquistando un recap kit per 1084S-P da arcadepartsandrepair.com (link diretto QUI) occorre aggiungere i seguenti condensatori:

C112  400V 100uF SNAP-IN (for 220V-240V EU/UK/AU version) acquistabile separatamente da arcadepartsandrepair.com
C232  16V 47uF (50V) Nota: nel recap kit per 1084S-P di arcadepartsandrepair.com C232 è fornito ma risulta da 22uF
C401  25V 2.2uF (50V)
C496  16V 47uF (50V)
C497  63V 1.5uF (sostituito con un 100V 2.2uF in quanto 1.5uF è obsoleto)
C566  63V 1uF (160V)

Di seguito riporto in inglese tutti i dettagli tecnici dei condensatori elettrolitici.
(nota: l’Euro connector è ovviamente la presa SCART).



Commodore 1081 stereo monitor (aka "1081S") dark tube PAL EU 220V-240V [KH543/00E - NR.TY 11627025324 - year 1986?] electrolytic capacitors list

All electrolytic capacitors are through hole radial.
The voltages in brackets listed below are the values I actually used.
* = capacitor not present (or different) in the recap kit for 1084S-P of arcadepartsandrepair.com 

Neck board (PCB # 3138 103 30871):
  C717  200V 4.7uF (250V) (sometimes labeled C716; can be 400V 10uF, CHECK!!!)

Power Supply board (PCB # 3138 103 30861):
* C112  400V 100uF SNAP-IN (for 220V-240V EU/UK/AU version)
  C116  16V 47uF (50V)
  C122  50V 1uF
  C144  200V 47uF (250V)
  C145  35V 470uF
  C146  25V 470uF 

RGB board (PCB # 3138 103 30712): (3" x 2" PCB attached to main board)
  C258  16V 47uF (50V)

Audio Amp board (PCB # 3138 103 30830): (PCB located above the Euro connector)
  C382  25V 4.7uF (50V)
  C383  25V 4.7uF (50V)
  C390  50V 1uF
  C391  50V 1uF
  C394  25V 1000uF
  C395  16V 220uF (35V)
  C396  16V 220uF (35V)

Main board (PCB # 3138 103 30852 - 86-20):
  C204  10V 100uF (25V)
  C205  10V 100uF (25V)
  C206  10V 100uF (25V)
  C214  16V 100uF (25V)
  C216  16V 47uF (50V)
* C232  16V 47uF (50V) (in the recap kit for 1084S-P of arcadepartsandrepair.com C232 is provided but it's a 22uF cap)
  C233  16V 100uF (25V)
  C234  50V 1uF
  C334  63V 0.47uF (250V)
  C345  16V 10uF (50V)
  C346  35V 470uF (labeled C348 on the bottom of the board)
  C347  35V 100uF (50V)
  C352  35V 680uF
  C361  16V 47uF (50V)
* C401  25V 2.2uF (50V)
  C412  16V 10uF (50V)
  C433  16V 100uF (25V)
  C446  50V 1uF
  C447  25V 4.7uF (50V)
  C461  63V 2.2uF (100V)
  C462  35V 22uF (50V)
  C473  50V 4.7uF BP (BI-POLAR)
  C474  50V 1uF
  C482  50V 1uF
  C485  35V 22uF (50V)
  C491  25V 470uF
  C492  16V 330uF (50V)
  C493  35V 470uF
  C494  200V 47uF (250V)
* C496  16V 47uF (50V)
* C497  63V 1.5uF (used 2.2uF 100V instead as 1.5uF is obsolete now)
  C505  10V 100uF (25V)
  C507  16V 47uF (50V)
  C511  16V 100uF (25V)
  C512  16V 47uF (50V)
  C537  16V 47uF (50V) (labeled C357 on the bottom of the board)
  C544  16V 22uF (50V)
  C562  16V 100uF (25V)
* C566  63V 1uF (160V)
  C574  16V 100uF (25V)
  C585  25V 4.7uF (50V)
  C634  16V 22uF (50V)
  C636  16V 22uF (50V)
  C638  35V 100uF (50V)


Nelle seguenti foto potete vedere il lavoro di recap che è stato eseguito sulle varie schede:


Ho proseguito con un semplice ma accurato lavaggio delle plastiche con acqua calda e sapone neutro.

Per concludere, una sequenza fotografica che mostra il risultato finale di questo “restauro”:


Niente male, eh?
Come l’Amiga 1000, anche il “suo” storico monitor è tornato all’antico splendore! 🙂

Un’ultima considerazione: come già detto, in rete si trovano pochissime informazioni su questa versione di 1081.
Se siete in possesso di un 1081 stereo lasciate un commento qui sotto specificando, possibilmente, eventuali differenze e/o aspetti degni di nota.
Grazie!

La BBS è morta… lunga vita alla BBS!

Quando sento parlare dei tempi d’oro delle Bulettin Board System, mentre tutti si animano e sorridono, pensando ai bei tempi andati, mi si stampa in volto un’ espressione ebete dallo sguardo vitreo ed inespressivo, come un italiano medio che si trovasse ad ascoltare la telecronaca di una partita di baseball insieme ad un gruppo di super tifosi degli Yankees!

Il motivo è semplice, ovvero che quel periodo non l’ho vissuto, vuoi per la tirannia dei miei genitori (che così facendo hanno creato un mostro), vuoi perchè, se anche avessi avuto un Commodore 64, mai e poi mai i tiranni (vedi sopra) mi avrebbero dotato di un costosissimo “adattatore telematico”.

Aggiungi che nell’immaginario comune, con quei cosi “attaccati al telefono”, se sbagliavi numero e ti scappava di chiamare tal Professor Falken, c’era la possibilità di scatenare un conflitto termonucleare tra Russia e USA, o più concretamente di vedersi recapitata una bolletta della SIP da 1 milione di lire…

‘tacci tua Matthew Broderick, colpa tua se non mi hanno preso il Commodore!

Il mio accesso alla rete telefonica è avvenuto successivamente con la nascita di quella immensa galassia di internet service provider. Avevo comprato un abbonamento che mi permetteva 20 ore di connessione al mese ad una cifra flat irrisoria, ma questa è un’altra storia…

Ora invece che sono un adulto socialmente ed economicamente emancipato, che a quella che una volta era la linea telefonica si connette anche la lavatrice, mai mi complicherei la vita cercando di collegarmi ad una BBS con il mio amato C=.

Ma da un po’ di tempo a questa parte le cose sono cambiate! Finalmente posso cancellare quell’espressione ebete dal mio volto, perché finalmente so cosa significa “frequentare” una BBS!

La BBS in questione la conoscono già in molti “addetti ai lavori”, e come set di caratteri usa il PETSCII, infatti è fatta per essere consultata con i nostri beneamati Commodore, ma non solo! Parliamo della BBS di RetroCampus, sviluppata dall’ uber nerd Francesco “Ciccio” Sblendorio.

Collegarsi non è complicato, partendo dallo strumento, ovvero il modem, esistono tantissimi kit di modem wifi per Commodore, o per i più pratici ce lo si può anche autoprodurre. Una volta in possesso di uno strumento per collegarsi al web, serve digitare l’indirizzo e la porta della BBS.

Lascio il link con le istruzioni da seguire per collegarsi.

http://www.sblendorio.eu/Commodore/Web

La BBS di retroacademy non è un semplice esercizio di stile, al contrario cresce e si aggiunge sempre di nuove funzionalità.

Sotto vediamo una schermata piuttosto aggiornata al momento in cui scrivo.

Quante informazioni in 40 colonne…

Oltre alle sezioni divulgative di RetroCampus e RetroAcademy esistono tutte le aree degne di un portale moderno senza mancare le quelle amate dai più retro’.

La sezione delle testate giornalistiche mostra una scelta non banale delle fonti, ad esempio MedBunker, TPI, Il post, o Butac, solo per citarne alcune.
Se siete dei veri nerd, la mattina a colazione, la rassegna stampa ve la fate dal vostro C64, mica sky tg24!

Per i più giocherelloni, la sezione games offre i classici tris, forza 4 (ci ho perso dei pomeriggi contro quel maledetto!) o le più mitiche ed ostiche avventure testuali, giocabili direttamente da BBS.

Gli artisti si possono stupire con la PETSCII art. Anche i Nerdoni ne parlano: https://www.nerdone.it/?p=281

La sezione “servizi” però merita una menzione speciale. Mi è capitato a Brusaporto e poi a Bologna Nerd di vedere la funzione di download con salvataggio su disco ( su un disk drive 1541) di un gioco e la cosa mi ha lasciato a bocca aperta.

Cosa dire poi della moda del momento: la chat!

…ma chattare a 80 colonne con il computer dello zio ricco, non ha prezzo!

Ultimamente la chat si sta animando, e va di moda provare a collegarsi in chat con i dispositivi più disparati. Si sono visti C16 (ero presente in chat quando Francesco Gori stava ultimando i test sul suo modem per C16), C64, C128 a 80 colonne, Amiga, IBM e cloni 8086, PC windows e si vedono circolare ultimamente anche dispositivi android.

Un saluto da Nico dal suo IBM 5150 supercarrozzato, condensatori al tantalio tremate!
ma quel modem in alto a sx???

Sia chiaro, di BBS ce ne sono sempre state, ma in quest’era di social e di connettività sempre presente, abbiamo finalmente una BBS nuova, in italiano, che non solo richiama le BBS dei tempi d’oro, ma si apre a nuove funzionalità e originali offerte di contenuti, tipiche dei nostri tempi, senza dimenticare di restare “a nostra immagine e somiglianza”.

Quindi cosa aspettate? aprite il vostro emulatore di terminale petscii preferito, e troviamoci in chat!

Look “total black” per un collegamento di classe! (PETSCII art by Kody)

La prima scheda acceleratrice GVP G-Force Combo 030 50 MHz “full GAL” al mondo

[World’s first full GALs GVP G-Force Combo 030 50 MHz accelerator card]


Fin dal lontano 1990 io e i miei amici amighisti non eravamo “nella media” degli utenti Amiga: la passione per la grafica 3D ci aveva travolto in pieno con programmi come Sculpt-Animate 4D, TurboSilver, Imagine e, più tardi, Real 3D e LightWave 3D.
Va da sé che la bramosia di velocità nel calcolo era all’ordine del giorno: il povero 68000 nudo e crudo arrancava… notti intere passate con l’Amiga acceso e la mattina, al risveglio, il primo pensiero non era la scuola: era quello d’accendere il 1084S e vedere “se aveva finito”!
Al fine di potenziare il mio Amiga 2000 il primo passo fu quello d’acquistare, intorno al 1991, una scheda acceleratrice, si trattava di un prodotto italiano: Hardital Big Bang.
Montava un 68030+68882 a 25 MHz e 2 Megabyte di RAM.
L’accelerazione era davvero notevole, ma buona parte del sistema (espansione RAM SupraRAM 2000 e controller HD Commodore A2090A) rimaneva a 16 bit stretta nel collo di bottiglia del bus Zorro II.
Venduta la Big Bang ad un amico (Andrea!), convinsi mio padre, fortunatamente appassionato di tecnologia anche lui, a spendere una fortuna per acquistare una splendida scheda acceleratrice GVP G-Force Combo 030 clockata a ben 50 MHz… praticamente un missile all’epoca (1992)!
Questa scheda ha potenziato il mio Amiga 2000 in tutti questi anni ed è in uso ancora oggi.
Caratteristiche:

  • CPU 68030 a 50 MHz, PGA
  • FPU 68882 a 50 MHz, PGA
  • 4 Megabyte 32-bit Fast RAM saldati on-board
  • 3 SIMM sockets (supportano solo moduli SIMM a 64 pin proprietari GVP da 1 o 4 Megabyte)
  • controller SCSI-II con chip 33C93A a 14 MHz, connettore SCSI interno 50 pin ed esterno DB25
  • 32 bit expansion bus proprietario per la potente scheda grafica GVP EGS 110/24 (un sogno, introvabile!)

Ulteriori info:
http://amiga.resource.cx/exp/gforce2030
https://bigbookofamigahardware.com/bboah/Product.aspx?id=178

Ammiratela in tutto il suo splendore originale, completa di 3 SIMM GVP da 4 Megabyte ciascuna (RAM totale 16 Megabyte):


Le schermate di Sysinfo non lasciano dubbi sulla potenza del prodotto, guardate soprattutto le performance del disco SCSI: quasi 4 Megabyte al secondo nel 1992!


L’Amiga 2000 così potenziato è stato il mio computer principale d’uso quotidiano fino al 2000-2001: oltre alla grafica 3D navigavo su Internet, gestivo la posta elettronica, masterizzavo audio CD e compilation di MP3, ecc…

Poi, per circa 15 anni, è rimasto inutilizzato nella mia cameretta a casa dei miei, ma in questi ultimi anni, col “ritorno di fiamma” della passione per il retrocomputing, l’ho riscoperto e sto cercando di restaurarlo/conservarlo al meglio.

Durante alcuni severi test di lettura/scrittura su HD mi sono accorto che alcuni file risultavano corrotti (copie non fedeli al 100% del file d’origine):


Ho cominciato ad indagare per capire quale potesse essere la fonte del problema.
Il primo indiziato è stato il disco fisso: ne ho messo un altro (grazie Matte!) ma il problema persisteva identico.
Provando e riprovando ho notato che gli erorri erano assenti a sistema appena acceso (da freddo) ma si presentavano sempre più numerosi via via che passavano i minuti.
Di conseguenza, ho pensato potesse essere un problema di surriscaldamento: su questa scheda ci sono 8 PAL che diventano bollenti, si fa fatica ad appoggiarci sopra i polpastrelli!


La prima azione che ho pensato di fare è stata quella di migliorare il flusso d’aria che raffredda la scheda: le 8 PAL si trovano vicine al fianco dell’alimentatore dell’A2000, fianco che è privo di asole per il passaggio d’aria (le asole sono presenti soltanto sul lato frontale).


Mi sono quindi trasformato in un fresatore 😀 ed ho fresato 38 asole sul fianco dell’alimentatore rivolto verso la scheda acceleratrice; inoltre, per mantenere un flusso d’aria veloce, ho parzializzato le asole originali incollando un lamierino all’interno dell’alimentatore stesso.


Infine, ho applicato un dissipatore di alluminio su ciascuna PAL:


I successivi test di lettura/scrittura su HD hanno mostrato un notevole miglioramento, gli errori erano pochissimi, ma qualche errorino rimaneva… non potevo accettarlo… 😉


La convinzione che il problema potesse essere il risultato di anni di forte surriscaldamento di queste benedette PAL mi ha spinto a cercare una strada per sostituirle.
Ma come fare?
Parallelamente, l’amico Nicola stava sperimentando la lettura di alcune PAL e la loro sostituzione con GAL (chip più moderni) programmate in modo da risultare perfettamente compatibili.
Le GAL sono chip più performanti e non scaldano come le PAL.
Avete capito, ora il nostro comune obiettivo sfidante era chiaro: dovevamo in tutti i modi riuscire a sostituire le 8 PAL con 8 GAL! 😀

Il primo problema da risolvere era ovviamente quello di reperire il codice con cui gli ingegneri della GVP avevano programmato le 8 PAL: sul web non si trovava nulla di nulla!
Abbiamo quindi tentato di leggere il codice delle PAL, ma tutte 8 sono risultate protette… delusione totale!!!

A questo punto, incredibilmente, il destino si è fatto vivo: Nicola ha trovato ed acquistato (fra l’altro a Rubiera, di fianco a casa!) una rara scheda praticamente IDENTICA alla mia, eccola qua:


Era un chiaro segnale che non dovevamo per nessun motivo mollare, anzi: dovevamo puntare ancora più dritti verso il nostro obiettivo! 😀
Infatti, incredibilmente, la lettura delle 8 PAL della scheda di Nicola ha avuto pieno successo, nemmeno una è risultata protetta! Questa cosa ci ha davvero sorpreso, mai ce lo saremmo aspettato.

Le PAL presenti sulla mia scheda (REV 3 – 1.02) sono:

  • U34-74F4 AMD PAL20L8-5PC
  • U35-5F54 MMI PAL16L8DCN
  • U36-90C6 TI TIBPAL20R6-7CNT
  • U37-4D7B AMD PAL16L8-5PC
  • U38-38CC AMD PAL16L8-5PC
  • U39-F029 AMD PAL20L8-7PC
  • U40-B520 AMD PAL16L8-5PC
  • U53-A2B1 AMD PAL20L8-7PC

Le PAL presenti sulla scheda di Nicola (REV 3 – 1.03) sono:

  • U34-74F4 TI TIBPAL20L8-5CNT
  • U35-5F54 MMI PAL16L8DCN
  • U36-90C6 AMD PAL20R6-7PC
  • U37-4D7B AMD PAL16L8-5PC
  • U38-38CC AMD PAL16L8-5PC
  • U39-F029 AMD PAL20L8-7PC
  • U40-B520 AMD PAL16L8-5PC
  • U53-A2B1 AMD PAL20L8-7PC

Si tratta, sostanzialmente, di 2 set di PAL identici: tutti i checksum coincidono!

Bene, eravamo finalmente in possesso dei file JED contenenti le programmazioni delle 8 PAL, ed era già un bel risultato perché, in caso di rottura, avremmo avuto la possibilità di ricreare una PAL sostitutiva.
Ma il nostro obiettivo, come detto, era di creare un set di 8 GAL sostitutive.
Nicola, ormai esperto dopo aver smanettato per giorni con diversi software, è riuscito a convertire i file JED delle PAL in 8 file GJD pronti per programmare 8 GAL.

[segue]


>>> APPROFONDIMENTO: CONVERSIONE PAL ==> GAL

Per trasformare una PAL in GAL si parte da una copia del JED, la “Fuse Map” della PAL, poi con un semplice programma di conversione a riga di comando si trasforma in una Fuse Map compatibile con la programmazione di una GAL.

Le GAL che utilizziamo per rimpiazzare le vecchie PAL, anche se di generazione successiva rispetto a quest’ultime, sono comunque una tecnologia vecchia di anni e ormai sorpassata, ora rimpiazzata dalle moderne FPGA.

Comunque in rete si possono trovare ancora due programmi, uno della Lattice PALTOGAL e uno della National PAL2GAL.

Entrambi validi e compatibili con MSDOS. È possibile comunque utilizzarli su un sistema moderno in emulazione DosBox.

Prima di mostrare come fare la conversione è bene precisare che le funzionalità delle diverse tipologie di PAL possono essere riprodotte su una sola tipologia di GAL: infatti, quest’ultime si possono configurare sia in modalità puramente combinatoria che “registered” (R).

Questo vuol dire che con una GAL16V8 o GAL20V8 possiamo programmare PAL16 L4 L6 L8 R4 o PAL20 L4 L6 L8 R4 R6 ecc…

Utilizzare PALTOGAL della Lattice è molto semplice, si possono specificare i parametri sulla riga di comando oppure eseguirlo in modalità interattiva e fornire una alla volta le informazioni necessarie.

I parametri sono tre: il file JED di input che contiene la Fuse Map della PAL, il file di output ed il numero corrispondente alla conversione che vogliamo fare.

Esempio:

paltogal.exe PAL16L8.JED GAL16V8.GJD -c 2

L’estensione GJD sul file di output non è importante, serve soltanto per identificare la tipologia del JED (GAL JED); più importante è indicare il numero di conversione adatto secondo il seguente elenco da 1 a 64:

È bene notare che questa tipologia di conversione è una “traduzione” della mappa di bit della Fuse Map: le equazioni non vengono estrapolate, l’ordine dei fattori non viene toccato e non viene eseguito nessun tipo di semplificazione.
Questo nella maggior parte dei casi può andare benissimo ma come abbiamo visto può essere necessario ottimizzare ulteriormente la programmazione con tool come WinCupl o OPALJR. Ma questa è materia per un altro articolo…



Le GAL sono state scelte come da elenco seguente:

  • U34-74F4 LATTICE GAL20V8B 15LP
  • U35-5F54 LATTICE GAL16V8D 15LP
  • U36-90C6 ATMEL ATF20V8B-15PC
  • U37-4D7B LATTICE GAL16V8D 15LP
  • U38-38CC LATTICE GAL16V8D 15LP
  • U39-F029 LATTICE GAL20V8B 15LP
  • U40-B520 LATTICE GAL16V8D 15LP
  • U53-A2B1 LATTICE GAL20V8B 15LP

NOTA per U36: utilizzando una LATTICE GAL20V8B 15LP per U36 l’acceleratrice è risultata un po’ più lenta e si sono ripresentati numerosissimi errori di scrittura su HD, invece una ATMEL ATF20V8B-15PC si è dimostrata compatibile al 100%.


Scaricate qui il set completo di file GJD pronti per programmare le 8 GAL:
[Here you can download a complete set of GJD files ready to program the 8 GALs:]

==> DOWNLOAD <==

NOTA BENE: questo set è applicabile soltanto alla G-Force 030 a 50 MHz!
[PLEASE NOTE: this set is only applicable to the G-Force 030 @ 50MHz!]

[segue]


>>> APPROFONDIMENTO: COME SI COMPORTA LA SCHEDA PRIVANDOLA DELLE PAL?

A mano a mano che sostituivo le PAL con le GAL ho provato a vedere, una ad una, come si comportava il sistema privo della PAL (zoccolo vuoto).
Di seguito elenco tutte le prove che ho fatto.

U34 zoccolo vuoto: il sistema non vede più la RAM montata sulla scheda.

U35 zoccolo vuoto: inizialmente non ho riscontrato alcuna differenza.
Ho letto che U35 è coinvolto nell’Autoconfig della memoria.
Questa scheda può configurare la sua RAM in 2 modi settando il jumper J12:
– J12 CHIUSO: i primi 8 Megabyte nello spazio Autoconfig e gli altri 8 estesi
– J12 APERTO: tutti i 16 Megabyte estesi
La mia scheda è sempre stata configurata con tutti i 16 Megabyte estesi, ecco perchè non ho notato alcuna differenza lasciando vuoto lo zoccolo di U35.

Col jumper J12 aperto (tutta la RAM estesa), la presenza o meno di U35 nello zoccolo, come detto, non comporta evidenti differenze (Sysinfo vede la sola acceleratrice e 16 Megabyte estesi):


Chiudendo il jumper J12 la differenza invece diventa tangibile.
U35 nello zoccolo (J12 CHIUSO): Sysinfo elenca una scheda di memoria (virtuale) in più, si tratta degli 8 Megabyte nello spazio Autoconfig.
Questo è confermato anche dalle successive due schermate d’informazioni sulla memoria:


U35 zoccolo vuoto (J12 CHIUSO): la scheda di memoria (virtuale) Autoconfig da 8 Megabyte sparisce e rimangono soltanto 8 Megabyte di RAM estesa.
Le schermate di Sysinfo lo confermano:


U36 zoccolo vuoto: il sistema non parte, schermo nero.

U37 zoccolo vuoto: il sistema non vede più la RAM montata sulla scheda.

U38 zoccolo vuoto: il sistema non parte, il led di power passa da bassa ad alta luminosità.

U39 zoccolo vuoto: il sistema non parte, schermo nero.

U40 zoccolo vuoto: il sistema diventa lento (~50%) e dà errori al boot.

U53 zoccolo vuoto: il sistema parte ma va in GURU ad ogni boot (errori: 8000 0003, 8000 0004 e 8000 000A).



Ed ecco la scheda acceleratrice nella sua nuova veste “full GAL”: obiettivo raggiunto il 24/10/2020! 😀


Le alte temperature delle PAL sono soltanto un ricordo: le 8 GAL rimangono praticamente fredde anche molto tempo dopo l’accensione! 😉
Ed una decina d’ore di file test continuo senza alcun errore dimostra che i problemi di scrittura sono stati finalmente risolti:


Beh, alla fine devo proprio dire che è stata un’avventura lunga ma divertente, molto emozionante… e la soddisfazione di esserci riusciti è unica, vero Nicola? 😀
Che meraviglia!


Scaricate qui il set completo di file GJD pronti per programmare le 8 GAL:
[Here you can download a complete set of GJD files ready to program the 8 GALs:]

==> DOWNLOAD <==

NOTA BENE: questo set è applicabile soltanto alla G-Force 030 a 50 MHz!
[PLEASE NOTE: this set is only applicable to the G-Force 030 @ 50MHz!]

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Come Riconoscere un 1571 che fà i capricci

Torno a parlare del mio tanto decantato Commodore 128D…

Una macchina veramente avanti per i tempi (siamo nel 1985) in cui fu presentata, progettata in fretta e furia per rimediare al fallimento della serie Commodore 264.

Fu l’ultima macchina a 8 bit prodotta dalla Commodore e venne velocemente abbandonata a causa dell’imminente successo delle macchine a 16 bit e soprattutto della nuova piattaforma Amiga.

Eh è proprio a causa di questa “certa fretta” di rilascio e poi di abbandono che il 128D ebbe diversi problemi di sviluppo hardware come ad esempio il surriscaldamento anomalo a cui andavano incontro i primi prototipi, che costringevano gli sviluppatori a raffreddarlo con metodi artigianali…(Classico modus operandi degli ingegneri della Commodore).

Ho fatto questa premessa per farvi capire quanto abbiano spinto al massimo questa fantastica macchina dotandola anche del più avanzato tra i drive per dischi da 5¼ pollici della Commodore, poiché permetteva di utilizzare le due facce del disco senza la necessità di capovolgerlo come invece per i precedenti drive 1541/1570.

E qua arriviamo alla nota dolente, con ciliegina amara sulla torta (CAN….come direbbe qualcuno dei Nerdoni) in cui mi sono imbattuto qualche giorno fà:

Il classico 20, READ ERROR che tradotto siginifica:

20: READ ERROR (block header not found)
Il controllore del disco è impossibilitato ad individuare l’intestazione del blocco-dati richiesto.
Causato da un numero illegale di settore, o dall’intestazione che è stata rovinata.

Dove ovviamente è tutto chiaro no? (Ci vuole poco a capire che per “intestazione” la commodore fà riferimento alla TESTINA del 1571…)

Da questo errore “molto chiaro” sono partito a fare varie prove per cercare di capire la problematica e quindi ho cominciato ad eseguire diverse formattazioni cambiando anche tipologia di floppy disk onde evitare problemi di incompatibilità.

Prima ho eseguito questo programmino in modalità 128:

10 OPEN1,8,15,”U0>M1″

20 PRINT#1,”N0:PIPPO,01″

30 CLOSE1

RUN

e ovviamente la formattazione è andata a ramengo con il solito errore prima descritto:

Ho ripetuto la stessa procedura anche in modalità 64 con l’unica differenza che il disco veniva formattato a 664 Blocchi come si vede dalla foto seguente:

Come avete capito quindi in mod. 128 non riusciva a completare la formattazione mentre in mod. 64 la formattazione avveniva correttamente e questo comportamento mi ha mandato fuori strada per un bel pò…fino a quando mi sono ricordato che il 1571 può emulare il 1541 per garantire la compatibilità con software e programmi vari.

In buona sostanza se usato con un Commodore 64, il 1571 attiva automaticamente la modalità 1541 andando quindi a completare correttamente la formattazione.

Ho dedotto che il 1571 stava lavorando in modalità “singola faccia” ed è il motivo percui in mod. 64 la formattazione riusciva.

Fortunatamente avevo un 1571 esterno, comprato qualche tempo fà su ebay ad un ottimo prezzo che mi ha permesso di testare la sostituzione della meccanica sul mio 128D.

Ho avuto ulteriormente problemi di lunghezza di cavi dei vari connettori che mi hanno costretto a provare l’unità in modo volante ma fortunatamente la mia intuizione è stata corretta e finalmente ora la formattazione a 1328 blocchi (doppia faccia, entrambe le testine) avviene perfettamente in entrambe le modalità:

Ora non mi resta che trovare il modo di allungare i fili, o eventualmente scambiarli tra le due unità meccaniche se possibile, in modo da rimettere in ordine finalmente il mio 128D.

Saluti a tutti i Nerdoni!!!

Amiga 1000: Come giocarci

Dopo tutte le vicissitudini hardware per rendere operativa ed utilizzabile a pieno “Lorraine” mi sono cimentato nel capire come sfruttarla per farla diventare anche una vera macchina da gioco.

Avendo a disposizione un Dual Kickstart, inizialmente 1.3 e 3.1 la mia idea era quella di sfruttare il 3.1 insieme al Workbench 3.1 per caricare i giochi da WHDLoad su Hard Disk un pò come già faccio sul mio CDTV pompato.

Come spesso succede con queste macchine, l’impiccio è sempre dietro l’angolo…tanto che ovviamente non c’è stato verso di trovare una soluzione sul 3.1.

I giochi si bloccavano subito ad inizio caricamento, oppure dalla schermata del Workbench si passava alla schermata nera e poi non succedeva più nulla tanto che si rendeva necessario fare il classico CTLR+Amiga+Amiga.

Premetto che mi sono fatto un’accurata selezione dei giochi che richiedono soltanto il caricamento di 512KB di ChipRAM perchè come ChipRAM (+ Range RAM) l’ Amiga 1000 supporta al massimo 1MB.

Questo perchè il WHDLoad per chi non lo sapesse necessita minimo di 1MB di ChipRAM iniziale per riuscire a caricare da Hard Disk, meglio ancora se sono 2MB con ad esempio il mio CDTV pompato perchè in questo caso non abbiamo nessuna limitazione al caricamento.

Tornando a noi…in pratica tutte le volte che andavo a caricare un qualsiasi gioco di questa selezione con il WHDLoad, il procedimento falliva tranne qualche sporadica volta in cui il tutto avveniva correttamente.

A questo punto con Nicola ci siamo resi conto che il kickstart 1.3 che avevo previsto inizialmente non conteneva le librerie necessarie alla catena SCSI per riconoscere ed avviare il Workbench 1.3 da Hard Disk e quindi l’ idea di caricare i giochi da Floppy Drive dopo tutto il lavoro di modifiche che era stato fatto proprio non lo volevo accettare :)))

Così per l’ennesima volta mi sono messo a cercare su internet perchè ero sicuro che una soluzione ci doveva essere e magicamente mi è venuto in soccorso questo fantastico link:

http://amigax1000.blogspot.com/2020/02/whdload-games-working-under-workbench-13.html

che abbiamo messo in pratica ed ha dato il risultato sperato!!!

Si chiama JST, è una sorta di programmino che messo nel cassetto Sys\C: permette di poter giocare ai giochi WHDLoad.

Siccome WHDLoad stesso NON funziona su Workbench 1.3, l’utilizzo di questo tool separato rende possibile eseguire i file .slave whdload in Workbench 1.3 direttamente dalla SHELL andando dentro la singola cartella del gioco e anteponendo la dicitura “jst” <nome gioco>.slave come si evince dalla foto seguente:

Se vi interessa approfondire l’argomento lo potete trovare a questi links:

https://jotd.pagesperso-orange.fr/amiga.html

http://jffabre.free.fr/amiga/patches.html

Ora risolta la modalità di caricamento dei giochi, come detto prima mancando il supporto delle direttive SCSI sul Kickstart 1.3, rimaneva il problema del caricamento dei giochi da Hard Disk.

Per questa problematica mi è venuto in soccorso un ragazzo di Chieti che conosco da parecchi anni il quale mi ha suggerito di montare il Kickstart 2.0 Ver. 37350 (quello che monta già l’ Amiga 600) perchè contiene già le librerie necessarie per avviare il Workbenck da Hard Disk e supporta già dischi fino a 4GB.

Da questa idea quindi si è reso necessario cambiare il Kickstart 1.3 con il Kickstart 2.0 andando a riprogrammare la ROM 27C800 in modo da avere 2.0/3.1 e di conseguenza anche il Workbench 2.0 e Workbench 3.1.

Come ultima modifica software questo mio amico di Chieti mi ha partizionato l’ Hard Disk con entrambi i sistemi operativi (2.0/3.1) in modo da avere all’ avvio un Dual Boot che mi permette in ogni momento di scegliere con quale partizione avviare il sistema come da foto seguente:

Nello specifico “DH1” è la partizione del Workbench 2.0 e “DH0” è la partizione del Workbench 3.1.

Amiga 1000 pompato: le modifiche più lunghe e più rognose della storia – 3 Parte

Sembrava che avrei passato il Natale più bello dopo questo auto-regalo che mi ero fatto ma poco prima del Lockdown…

Purtroppo il mio 1000 pompato ha smesso di funzionare dandomi una bella schermata VERDE e non ne voleva più sapere di ripartire in quanto non faceva più il boot iniziale.

Togliendo prima il Dual Kick 1.3/3.1, poi mettendo un solo Kickstart sulla basetta di Reverse Engineering non cambiava assolutamente niente…e Quindi?

E quindi ho dovuto aspettare la ripresa dal Lockdown e chiedere l’intervento di un caro amico che queste macchine le ripara ad occhi chiusi: il nostro mitico Nicola che con una pazienza da certosino mi ha salvato da questa lunga e rognosa storia.

La schermata Verde era legata ad un banco di RAM difettoso che si era fulminato quindi Nicola è intervenuto sulla modifica del piggyback andando a sostituire una tripletta di banchi di RAM saldate assieme.

Siccome pero la modifica piggyback porta ad arrostire velocemente i banchi a 3 chip saldati fra di loro, Nicola insieme a Matteo, hanno avuto la “genialata” di utilizzare gommina termoconduttiva, dissipatore statico in alluminio e ventola che aspira l’aria calda mantenendo così bassa la temperatura dei banchi di RAM a temperature normali.

Di seguito vi posto le foto delle varie fasi fino ad ottenere una temperatura che rientra nel normale utilizzo di questi banchi di ram:

Dopo ha testato immediatamente la RAM da 1MB come si evince dalla foto:

Finito il test sulla ChipRAM, ha smontato il dual Kick 1.3/3.1, la basetta di reverse engineering ed ha montato un RELOCATOR di un altro appassionato spagnolo di soprannome “Arana” per permettere il montaggio della scheda acceleratrice.

La particolarità di questo Relocator è dato dalla possibilità di montare al contempo una singola ROM 27C800 programmata per contenere i due Kickstart 1.3/3.1 switchabili alternativamente tramite un pulsantino da macchina accesa!!! Una autentica anzianata!!!! Guardate le foto di come viene perfettamente incastrato negli ingombri disponibili all’interno del 1000:

Dopo aver superato brillantemente anche questa fase Nicola ha testato gli 8MB di Fast RAM come da foto seguente:

Fatto anche questo passaggio è arrivata la rogna finale imprevista ovvero che nel momento in cui si provava a switchare il kickstart dall’ 1.3 al 3.1 al successivo riavvio dava prima una schermata nera con delle striscie di vari colori fra i quali anche il magenta e subito dopo una schermata magenta fissa che come significato trovato su internet corrispondeva a (0xF0F) inizializzazione single-task o avvio a freddo non riuscita.

Ovviamente vuol dire tutto e vuol dire niente quindi mi sono messo alla ricerca di qualcosa di più specifico ed ho trovato a questo link: http://members.quicknet.nl/rhm.herold/computing/amiga/boot_colors_meaning.htm proprio quel difetto della schermata iniziale di BLACK/STRIPES ROM or CIA che indicava un difetto del CIA 8520.

Dopo aver sostituito anche quello, continuava a non switchare fintanto che Nicola si è accorto che erano rimaste montate le ROM originali del Kickstart 1.1…una volta tolte finalmente tutto a cominciato a funzionare alla grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!

Aggiungo che Nicola ha pensato bene di aggiungere una porta SCSI Esterna DB25 per collegarci un’ unità Iomega Zip che fanno sempre comodo nel trasferimento dati visto i problemi classici di differenti file system fra PC e Amiga.

RINGRAZIO ANCORA UNA VOLTA IL NOSTRO AMICO NICOLA PER AVERMI RISOLTO, MIGLIORATO E POTENZIATO QUESTA SPLENDIDA MACCHINA.

Amiga 1000 pompato: le modifiche più lunghe e più rognose della storia – 2 Parte

Fortunatamente, tramite un amico in comune ho conosciuto un marchigiano di grande esperienza sul mondo Amiga, il mio caro amico Michele (MouseMiki – amimicki@gmail.com) che dopo avermi dato la brutta notizia sulla scheda madre completamente morta, mi ha risollevato dicendomi che aveva un’altra main del 1000 da sostituire a quella che gli avevo mandato.

Dopo ben 3 anni di duro lavoro finalmente a dicembre 2020 mi arriva la notizia che come regalo di Natale avrei avuto questa tanto agognata macchina così come l’avevo sempre sognata.

Sostanzialmente la modifica del piggyback di portare da 512KB a 1MB la Chip RAM era riuscita:

Foto MouseMiki
Foto MouseMiki

Successivamente per riuscire a montare l’adattore Dual Kickstart 1.3/3.1 che gli avevo mandato mi ha dovuto costruire appositamente una basetta facendo un wirewrap di reverse engineering come si vede dalle foto seguenti:

Foto MouseMiki
Foto MouseMiki

Dopo questi steps è passato a montarmi la scheda acceleratrice (Phase5) che avevo scelto in quanto la più compatibile con i giochi visto che monta un Processore 68000 inizialmente a 12,5MHz (sostituito poi con uno a 16Mhz).

Oltre alla compatibilità, monta una Fast RAM fino a 8MB, la possibilità di farla lavorare sia a 7MHz che a 14Mhz e sopratutto di sfruttare appieno la porta Zorro II della main del 1000 in modo da poterci collegare un Hard Disk SCSI. Riporto qui il link per ulteriori dettagli:

http://amiga.resource.cx/exp/blizzard500

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L’idea di collegare L’Hard Disk è nata direttamente dall’ A590 che è un particolare tipo di Hard Disk costruito specificatamente per l’Amiga 500 in quanto si inserisce direttamente nello slot Zorro II che è posto alla sinistra dell’ Amiga stessa come si evince da questa foto di repertorio:

Purtroppo Però nel 1000 il connettore Zorro II è spostato nella parte destra quindi avrei dovuto montarlo girato al contrario per poterlo utilizzare avendo così scambiate la parte posteriore con quella anteriore …

Quindi mi è venuta l’idea di trovare un Sidecar 1060 da cannibalizzare in modo tale da metterci dentro la scheda dell’ A590, l’Hard Disk SCSI, le porte Joystick da utilizzare sul frontale e già che c’ero un bel lettore SCSI CD/DVD Slot-IN sul frontale; fortunatamente il mio contatto ne aveva uno impilato, vuoto in un angolo del suo laboratorio come da foto seguenti:

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Iniziano i lavori…

Foto MouseMiki
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Infine è stata fatta la modifica al led GIALLO saldato sulla main dell’ A590 in modo tale da portare i segnali dell’attività SCSI dell’Hard Disk frontalmente dove si usa il led ROSSO originale del Sidecar 1060 moddizzato.

Aggiungo che la main dell’ A590 necessita della sua alimentazione dedicata e quindi per non avere l’ingombro dell’alimentatore è stata fatta anche la modifica sotto la main stessa che permette di prendere corrente direttamente dall’alimentatore originale dell’ Amiga 1000 come si vede in foto:

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Ecco il risultato del test con sysinfo dopo aver collegato tutto con le modifiche sopra elencate con WB 3.1, KICK 3.1 e Blizzard Phase5 a 14MHz:

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